Molti psicologi, psichiatri, neurologi, genetisti, endocrinologi e medici concordano sul fatto che i traumi dell’infanzia influenzano la vita dell’adulto.
Non parliamo solo dei traumi più noti che spazzano via l’equilibrio psicologico di una persona come uno tsunami, ma anche di quelli più sottili, più diffusi, silenziosi e discreti che intaccano il nostro equilibrio in modo profondo e duraturo. Questi traumi sono una devastazione per lo sviluppo e l’omeostasi psico-fisico-emozionale del futuro adulto (vedi video).
Nella nostra società ci si sofferma sui problemi visibili dei bambini e passiamo accanto a traumi di vita ordinaria senza un’adeguata attenzione. Non credo che ci siano “traumi leggeri “perché sono sempre una grave minaccia per la psiche di un bambino o di un adolescente, come per quella di un adulto.
Le esperienze dolorose, negative e le paure ripetute e/o costanti, spesso impercettibili per gli altri, creano negli umani uno stato di estrema tensione (vedi “Sistema educativi ed inadeguatezza”). La mente elabora vari meccanismi di difesa, tutti sintomi di grande sofferenza. Il corpo organizza una risposta fisiologica ipotalamo-ipofisi-surrene adattativa per le situazioni di “urgenza”. Purtroppo in caso di costanza e/o ripetizione dello stimolo, questa reazione a catena non interrompendosi impedisce all’organismo di riposare per ricaricarsi. Questo meccanismo di vigilanza mentale e fisica costante chiamato “stress”, danneggia la salute in modo profondo. Il disequilibrio psico-fisico-emozionale che ne consegue può portare, se non si interviene, all’esaurimento delle risorse della mente e del corpo fino al crollo totale dell’individuo. Le persone che si sono confrontate con lo stress durante l’infanzia adottano, quasi sempre in età adulta, o adolescenziale: atteggiamenti di dipendenza, condotte a rischio, problemi psicologici e/o fisici (alcool, fumo, droga, bulimia, anoressia, disturbi del comportamento, scarificazioni; malattie autoimmuni come asma, ipertensione, coliti, artrite reumatoide, eczema, etc).
L’unico modo per preservare lo sviluppo sano del bambino/adolescente è di ascoltare quello che ha da raccontare (verbale come la psicoterapia o non verbale come l’arteterapia) per capire ciò che vive e come lo vive. Il riscontro del/dei genitori è fondamentale; per questo nel mio studio ricevo figli e genitori prima di proporre un percorso specifico secondo l’étà, il contesto, le posibilità e i bisogni. Il raggiungimento del benessere di un figlio inizia con la collaborazione della famiglia e delle persone che partecipano alla sua vita in generale.
“Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio”. (Proverbio africano)
Sento le persone dire: “All’epoca mia, non si parlava di tutto questo e stavamo benissimo”. Benissimo? Siamo sicuri? In tutte le epoche ci sono stati bambini poco o male ascoltati, lasciati soli con le loro sofferenze. La prova è nel gran numero di adulti con patologie psicologiche e fisiche “curati” con grandi quantità di farmaci. Anche se oggi i genitori sono più informati ed attenti, non sempre basta. Malgrado tutto il nostro amore e le nostre attenzioni, i nostri figli si possono trovare in situazioni di disagio a volte pericolose delle quali non abbiamo il minimo sospetto. Spesso sono i sintomi fisici e il disagio emozionale che urla al loro posto.
Forse è arrivato il momento di prevenire questi traumi e le malattie che portano con se. Forse è arrivato il momento di riconoscere che tanti di noi genitori, non essendo stati sufficientemente ascoltati, abbiamo bisogno a volte di un po’ di sostegno per accogliere in modo incondizionato i nostri figli. Forse è arrivato il momento di ascoltare con onestà i nostri e i loro dolori per interrompere la ripetizione di certe “storie di famiglia” (ripetizione dei traumi transgenerazionali). Niente è più curativo durante l’infanzia, e non solo, dell’ascolto caloroso ed attento di un genitore ( o di un’altra figura accudente) per ritrovare la sicurezza. Cerchiamo insieme la via della serenità per loro e per noi.