“Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido.” (Albert Einstein)
Per la serenità dei nostri figli sarebbe opportuno cambiare i paradigmi del nostro sistema educativo, ma nel frattempo possiamo cambiare il nostro sguardo verso di loro. Nel mio studio ricevo genitori (e figli) preoccupati dai problemi che incontrano i loro bambini e adolescenti: disattenzione, impulsività, iperattività motoria, nervosismo acutizzato, timidezza estrema, senso di inadeguatezza, etc. A volte questi bambini/adolescenti sono stati definiti “iperattivi”, “con disturbo dell’apprendimento o dell’attenzione”, etc. Non nego l’esistenza di certi disturbi dello sviluppo neurologico (2% dei bambini/adolescenti in difficoltà), anzi fanno parte della diagnosi in psicosomatica (uno dei miei campi di ricerca), ma nella maggior parte dei “casi”, i bambini/adolescenti venuti da me con questa diagnosi, non avevano veramente questo tipo di disturbi, ma solo la loro “apparenza”.
L’educazione nella nostra società è basata prevalentemente su un solo riferimento (vedi video), e dunque non tiene conto delle diverse personalità dei nostri figli. Esistono bambini/adolescenti che si adattano benissimo al metodo d’insegnamento classico, con un livello di apprendimento sufficiente, essi si integreranno senza troppi problemi nella società attuale. Purtroppo esistono anche tanti bambini/adolescenti in difficoltà che, se non vengono compresi in tempo nella loro unicità, si sentiranno inadeguati con conseguenze anche in età adulta. Nel loro caso, i metodi d’insegnamento attuale sono incomprensibili e fonte di frustrazione, ansia e paura da cui ne conseguono infelicità, malessere e spesso sintomi fisici (apparato digerente, pelle, apparato respiratorio). Questo disagio mette a dura prova tanto il bambino/adolescente quanto tutti i membri della famiglia.
Per i giovani e gli adulti esistono molti modi di “essere al mondo”, di creare, crescere, sperimentare ed integrare l’esperienza, quindi imparare. La nostra diversità è anche una grande ricchezza quando viene riconosciuta, capita, valorizzata e indirizzata.
Ad esempio, una corrente della neuropsicologia definisce 3 grandi “modi” di vivere le esperienze anche se siamo tutti un po’ “tutto”.
In molti di noi una di queste sfaccettature è maggioritaria: le persone uditive, che apprendono meglio ascoltando qualcuno che spiega; le persone visive, che hanno bisogno di leggere le informazioni o comunque di visualizzarle (immagini, video…); le persone cinestetiche, che apprendono meglio muovendosi, toccando. Ovviamente, i bambini/adolescenti di questo ultimo gruppo hanno grandi difficoltà con i metodi tradizionali d’insegnamento e ne consegue un senso di noia, diversità, disagio, malessere e inadeguatezza (spesso non cosciente).
Prendere coscienza delle cause delle difficoltà di un figlio ci permette di aiutarlo in modo adeguato. Non affidiamo troppo velocemente “il suo modo di funzionare” al giudizio della società e alle sue caselle. Bisogna prendere il tempo per osservare chi è veramente, non paragonandolo ai suoi fratelli/sorelle o compagni di scuola. Prima di ricorrere alle “cure” (a volte indispensabili) per ADHD (Disturbo da deficit dell’attenzione), depressione, nevrosi o altre “patologie” e ai farmaci; riflettiamo, osserviamo con cura il suo mondo, avvicinandoci al suo “modo” di vivere l’esperienza per ristabilire la comunicazione.
Nella maggior parte dei casi, i bambini/adolescenti che non sono “nella norma” hanno un modo di esprimere il loro malessere nell’ambiente scolastico e/o familiare che possiamo definire come ‘atteggiamento di opposizione’. Si tratta di bambini/adolescenti spesso nervosi, irrequieti, impazienti e a volte aggressivi. Oppure al contrario il malessere si esprime con timidezza, paura, chiusura, tristezza etc. In tutti i casi sono bambini/adolescenti confusi che soffrono di ansia e spesso con sintomi fisici (colite, asma, eczema …vedi “I traumi dell’infanzia influenzano la nostra salute per tutta la durata della vita”). Questo grande disagio colpisce anche l’equilibrio della famiglia.
Nel mio studio possiamo capire insieme, perché il bambino/adolescente ha adottato questo atteggiamento come modo di esprimersi e/o come difesa, e possiamo aiutarlo, grazie ai vari metodi a disposizione, a trovare una via di uscita da questa gabbia nella quale lui soffre intensamente e il/i genitori si trovano chiusi, impotenti e disarmati.